È
una sera come tante. In più, c’è solo che da poco, sono rientrato a casa, da
una lunga giornata e da un viaggio a Cosenza. Sono molto stanco. Subito dopo
cena accendo il PC. Controllo la posta. Entro in facebook. Nella pagina fan di “Chiè Stato?” trovo un messaggio di Fraietta Mariangela.
La
signora Mariangela è la mamma di Danilo Lentini, morto a 27 anni, in uno dei tanti
(troppi!), tragici pomeriggi a cui ci ha abituato la strada Statale 106 Ionica.
Il 29 giugno del 2008, poco prima delle 16,30 all'altezza del km 239 + 500, nel
tratto della Ionica tra Crotone e lo scalo aereo di S. Anna. Danilo era in moto
quando è sbandato ed è finito contro il guard rail che delimita la carreggiata.
Il giovane è stato scaraventato sull'asfalto mentre la moto nel violento urto
si è spezzata ed è rimbalzata dall'altro lato della strada. Quando i
soccorritori, avvisati da alcuni automobilisti di passaggio, sono giunti in
quel tratto della statale dove era avvenuto l'incidente, Danilo Lentini, era già
spirato. I sanitari del 118, non hanno potuto fare altro che constatare
l'avvenuto decesso del giovane che deve essere morto sul colpo. Sull'incidente
procedono i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Crotone che hanno
eseguito i primi rilievi mentre una pattuglia della Stradale regolamentava il
traffico che per 3 ore e mezza è andato a rilento.
L'ennesimo
incidente che ripropone la pericolosità della 106, per i continui incidenti
mortali, e rilancia forte una domanda: non ci sono forse le responsabilità
delle istituzioni ad ogni livello, dei politici calabresi, che non hanno mai
saputo dare una risposta per migliorare questa pericolosa arteria, tristemente
conosciuta come “La strada della morte?”.
Danilo
era una ragazzo d'oro, sempre disponibile con tutti e, poiché faceva parte
della Consulta Giovanile di Badolato, era sempre in prima fila nelle iniziative
di carattere sociale. Lavorava con il papà, piccolo imprenditore edile, ed era
instancabile e meticoloso, qualità che gli venivano riconosciute da tutti.
Molto bello il ricordo di un suo amico, Antonio, con il quale usciva spesso per
portarsi il sabato nei locali di Soverato. «Era un bravissimo muratore ed amava
molto il suo lavoro. Qualche giorno prima dell'incidente aveva lavorato a casa
mia per costruire un piccolo forno a legna. Mentre lavorava mi diceva che mi
avrebbe costruito il più bel forno a legna di Badolato e che la prima pizza l'avremmo
gustata insieme. Non diceva mai di no a nessuno, ed era sempre sorridente con i
suoi begli occhi azzurri. Sarà questa l'immagine che porterò nel mio cuore
dell'amico Danilo».
Ai
funerali partecipò tutta la comunità, i rappresentanti delle confraternite, la
squadra di calcio e di pallamano, i giovani della Consulta, che hanno portato a
spalla la bara di Danilo. Straziante l'abbraccio della bara da parte dei
genitori, della sorella e dei fratelli, poi un lungo applauso ha salutato
Danilo, il ragazzo dagli occhi azzurri che aveva la passione per le moto.
Ad un anno di distanza dalla
scomparsa di Danilo la Consulta Giovanile “Ulixes”, con il patrocinio del
Comune di Badolato, Comune di Soverato, Provincia di Catanzaro, e in
collaborazione con il Club Ducati di Reggio Calabria, organizzò il 1°
Motoraduno Badolato - “Rabel Soul”, Memorial Danilo Lentini. Il gesto fu accettato
con grande soddisfazione dalla famiglia Lentini. «Siamo felicissimi - dice il
fratello Ivan - per il bel gesto degli amici di Danilo, la Consulta e il Club
Ducati, di cui mio fratello era orgoglioso di appartenere. La sua tragica
scomparsa sulla maledetta statale jonica 106, ha lasciato in tutti noi
tantissimo dolore, un voto incolmabile. Danilo, resterà sempre nei nostri
cuori, era un ragazzo eccezionale, sempre con il sorriso sulla bocca, pronto a
sacrificarsi per gli altri, amava il suo lavoro, aveva tanta voglia di vivere,
tanti progetti da realizzare, e la grande passione per le moto. Partecipare ai
raduni per lui era una gioia grandissima. Quella tragica mattina del 29 giugno
di un anno fa, dopo le solite raccomandazione di mamma e papà, è salito sulla
sua moto, ci ha sorriso, e allontanandosi ci ha salutato, e ci ha dato
appuntamento per la cena al ritorno dal raduno in Sila.Mail suo non è stato un
arrivederci, ma un addio. La morte lo attendeva nel tardo pomeriggio alle porte
di Crotone. Una caduta, sicuramente provocata dalla difformità della strada, e
neanche il casco è servito a salvargli la vita. Abbiamo apprezzato moltissimo i
bel gesto della Consulta Giovanile, di cui Danilo era stato uni socio
fondatore, che gli ha voluto dedicare, un'aula mediatica della sede. Molto
bello anche il gesto del suo carissimo amico cantautore, Antonio Laganà, che
per lui ha scritto una stupenda canzone dal titolo “L'Artista”». Il
motoraduno è giusto, nel 2012, alla quarta edizione è si è tenuto il 24 Giugno
scorso.
Il
14 novembre 2012 in un garage di proprietà della famiglia Lentini, viene rubata
una moto e un casco. Nulla di particolare fino a questo momento se non fosse
che quella moto, proprio quella rubata, sia appartenuta a Danilo Lentini .
Forte la frustrazione e lo sgomento che il furto genera nei familiari e negli
amici di Danilo. Quello che è stato rubato non rappresenta solo un mezzo di
trasporto ma un vero e proprio legame di un genitore con il figlio che ormai
"vive" altrove. Parte un vero e proprio "tam-tam" quello
che i ragazzi del "Gruppo Motociclistico Soveratese" metteno in atto
su Facebook per ritrovare la moto di Danilo. Dopo neanche un mese la moto di
Danilo viene ritrovata anche se (purtroppo!), senza casco.
Domani
pubblicherò una intervista che la Signora Mariangela, gentilmente, mi ha
concesso.
Per
non dimenticare.
Per
non restare indifferenti.
Affinchè ciò non accada mai più.
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