domenica 25 agosto 2013 0 commenti

L’inutile discussione sulla nazionalità di Epure Andrei Valentin non ci salverà.




Non ritengo degno di un paese civile ed insieme di una stampa civile (cartacea e digitale), l’idea secondo la quale l’autista che ha travolto ed ucciso Matteo, un bambino di 12 anni che ieri ha perso la vita a Sellia Marina (Catanzaro), sulla strada Statale 106 Ionica calabrese, fosse un romeno con un tasso alcolemico superiore al limite consentito dalla legge, con l’assicurazione della macchina contraffatta e la patente sospesa e ciò, quindi, spiega e giustifica tutto.

Circa le responsabilità relative a come sia potuto accadere che Epure Andrei Valentin viaggiava nelle condizioni suddette su una Jeep Grand Cherokee, con una targa prova, sono certo che sarà presto chiarito da chi di dovere e credo sarà giusto solo allora attribuire anche ad altri le responsabilità che meritano insieme ad una pena che spero sia giusta e certa.

Trovo profondamente ingiusto far passare questa idea per la quale occorre attribuire tutte le responsabilità al giovane romeno che pur avendo gravissime colpe (peraltro, come detto, aggravate dalla sua ben nota posizione d’illegalità), nella sua tragica azione ha trovato un valido alleato: la strada Statale 106 Ionica calabrese. Una strada pericolosissima, non moderna, soprannominata non a caso la “strada della morte”.

Vale la pena, quindi, ricordare ancora una volta che questa strada ha provocato nel corrente anno venti vittime ed è utile ancora di più far notare che di queste ben nove sono decedute nel tratto cosentino della S.S. 106, sei nel tratto crotonese, due nel tratto catanzarese e tre nel tratto reggino.
A dimostrazione di quanto questa strada maledetta sia pericolosa dappertutto.

In questa domenica triste e doloroso per la Calabria ed i calabresi, mi piace pensare che il piccolo Matteo, un bambini di 12 anni, sia diventato un angelo ed ora in cielo insieme a Leonardo Gualandris, anche lui 12 anni, deceduto a Villapiana il 19 luglio scorso sulla “strada della morte”, nella luce di un sole più caldo, pregheranno affinché le loro famiglie, i parenti e gli amici, possano sentire al più presto un dolore più lieve di quello che provano oggi per la loro incredibile e prematura scomparsa. Un dolore, di questo ne sono certo, difficile da superare. Un dolore che mai finirà.

Chissà se quei due piccoli angeli, da lassù, pregheranno affinché questa nostra terra invece di spendersi al fine di trovare a tutti i costi un colpevole da linciare per la sua nazionalità possa finalmente aprire gli occhi e dopo circa un secolo in cui per la “strada della morte” è stato fatto poco o nulla possano spingere chi può e deve fare a determinarsi e poi ad assolvere al proprio dovere. Perché ormai è giunto il momento di ammodernare questa “mulattiera” ed onorare anche così la memoria delle tante vittime che essa ha provocato.

Fabio Pugliese
25 agosto 2013
sabato 24 agosto 2013 0 commenti

Matteo, 12 anni, è la ventesima vittima della strada Statale 106 Ionica nel 2013






Un bambino di 12 anni, Matteo Battaglia, è stato travolto e ucciso sul colpo da un Suv a Sellia Marina, nel catanzarese. L'incidente stradale è avvenuto stamane sulla strada Statale 106. Il mezzo, che viaggiava in direzione Crotone, ha investito il piccolo che è morto sul colpo.

Matteo è la ventesima vittima della strada Statale 106 nel 2013. Queste le diciannove vittime che lo hanno preceduto: Jonel Parus 32 anni, Carlo Chiriaco 67 anni, Vincenzo Salvatore Corvino 43 anni, Valentina Fiore 21 anni, Teresa Fiore 25 anni, Antonio Perrone 52 anni, Domenico Iacino 21 anni, Marcel Mocan 44 anni, Doru Badu 42 anni, Bruno Frustace 84 anni, Roberto Leonardo 52 anni, Antonietta Vigile 61 anni, Angelina Borelli 47 anni, Clelia Andali 57 anni, Leonardo Gualandris 12 anni, Teresa Fullone 75 anni, Giovanni Bevilacqua 73 anni, Antonia Amato 72 anni, Domenico Grillo 38 anni.

Esprimo sentimenti sinceri di vicinanza e cordoglio alla Famiglia Battaglia, ai parenti ed agli amici. Non si può morire in questo modo a dodici anni. Quest’anno, la stessa sorte, è toccata anche la piccolo Leonardo Gualandris. Matteo e Leonardo: due angeli che ricordano a tutti quanto sia pericolosa questa indecente mulattiera che vergognosamente risulta essere una “strada europea E90”.

Noi calabresi, invece, sappiamo che essa è semplicemente, drammaticamente e tristemente la “strada della morte”!

In questa giornata di lutto, l’ennesima per la Calabria ed i calabresi, non penso servano ulteriori parole per descrivere una situazione che altrove desterebbe scalpore e forte indignazione.
Penso a quanti proveranno dolore per l’ultima tragedia consumata su questa lunga “striscia nera di morte” rifletteranno con profondo dolore, amarezza e rassegnazione sulla loro personale incapacità di poter cambiare ed ammodernare questa strada. Penso a quanti, invece, possono e debbono far qualcosa continueranno a vivere nella loro torre d’avorio, distanti anni luce dall’asfalto nero di morte della strada Statale 106 Ionica calabrese. Nel silenzio, nell’indifferenza e nell’incapacità di spendersi e di adoperarsi nell’interesse esclusivo di un popolo, quello calabrese, mai come oggi isolato, non rappresentato e sfiancato da chi non lo ama.
 
Fabio Pugliese
24 agosto 2013
lunedì 19 agosto 2013 0 commenti

Gravissimo incidente sulla S.S. 106: perdono la vita marito e moglie





L’incidente che oggi, a Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, lungo la strada Statale 106 ha provocato la morte di Giovanni Bevilacqua e della moglie, deceduta dopo il ricovero nel reparto di rianimazione degli ospedali Riuniti a Reggio Calabria, ci restituisce l’ennesima grande sconfinata amarezza.
La “strada della morte” continua imperterrita a mietere vittime nel silenzio e nell’indifferenza generale. Perdono la vita uomini e donne con una cadenza che ha dell’incredibile e nessuno riesce a muovere un dito a spendersi affinché possa nascere e maturare una nuova consapevolezza: serve ammodernare questa strada! Occorre fare in modo che su questa strada pericolosissima non ci siano più vittime.
Giovanni Bevilacqua e sua moglie diventano purtroppo rispettivamente la diciassettesima e la diciottesima vittima della strada Statale 106 Jonica calabrese nel solo 2013: un dato, questo, che si commenta da solo.
Esprimo alla Famiglia Bevilaqua vicinanza e sentimenti di profondo cordoglio ed auspico e spero che le loro vite, come quelle di tantissimi altri, possano non essere dimenticate ma riescano a scuotere chi di dovere a fare ciò che deve essere fatto affinché la vergogna di questa strada possa finire al più presto, affinché sia data ai calabresi una strada dignitosa e giusta, affinché non ci siano più vittime sulla “strada della morte”.
Fabio Pugliese
venerdì 2 agosto 2013 0 commenti

Condivido, apprezzo ed ammiro la scelta del Sindaco di Umbriatico per una moderna S.S. 106

(Nella foto da sinistra: Pasquale Abenante, Ferdinando Amoruso e Fabio Pugliese)



Nella manifestazione del 19 luglio a Cirò Marina, indetta dall’Associazione Pro S.S. 106 “V.I.T.A.” e dal suo Presidente Ferdinando Amoruso alla quale ho avuto modo di partecipare con grande piacere ho conosciuto il Sindaco di Umbriatico Pasquale Abenante.
Apprendo dalla stampa online del crotonese le ragioni per le quali il Sindaco Abenante e, con lui, tutta l’Amministrazione, ha aderito al movimento di Ferdinando Amoruso. Esprimo il massimo apprezzamento per le regioni e la scelta di un giovane sindaco che – attraverso questa scelta – manifesta in modo inequivocabile non solo l’attaccamento e l’amore che ha per il proprio territorio, una visione politica non ristretta e limitata alla sola piccola realtà in cui vive e le evidenti capacità di visione e competenza politica ma, soprattutto, la grande attenzione verso il problema della strada Statale 106 jonica calabrese ed a tutte le straordinarie negative conseguenze che la “strada della morte” riveste per l’intera Calabria.  
In questi ultimi giorni, più volte sulla stampa, ho avuto la possibilità di intervenire per sostenere la necessità di opporci e di lottare – come popolo calabrese intendo – prima ancora che per l’ammodernamento della S.S. 106 contro il silenzio che viene normalmente disteso sulle tante vicende che riguardano questa strada. Ritengo sia una buona notizia apprendere che, malgrado il silenzio sulla S.S.106, ci siano sindaci che guidano la propria Amministrazione verso scelte di rottura, di cambiamento e, soprattutto, di lotta per una Calabria migliore.
L’Associazione V.I.T.A., infatti, rappresenta da oltre un decennio – è noto ormai a molti – il comitato Pro S.S.106 più attivo della jonica calabrese. Il suo vulcanico ed indomito Presidente Ferdinando Amoruso, eroe calabrese, è noto non solo per le diverse eclatanti manifestazioni di protesta, per essersi incatenato più volte sulla S.S. 106 e persino a Roma davanti alla sede del Ministero alla Infrastrutture ed a Palazzo Chigi, per aver ideato il “Parco con le 200 croci” accanto al monumento dei Fretelli Bandiera di Crotone ma è altrettanto noto per aver ottenuto dei risultati che sono sotto gli occhi di molti. Non a caso, lo stesso Amoruso, oggi fa parte dell’Osservatorio sulla S.S. 106 nel crotonese istituito dal Ministero ai Trasporti.
Auspico e spero, quindi, che altri sindaci del crotonese e della Calabria possano seguire il grande esempio di Ferdinando Amoruso e del Sindaco di Umbriatico Pasquale Abenante e decidere di aderire ad una lotta concreta e reale (una delle poche presenti nella nostra Calabria), di civiltà, di progresso e di sviluppo per il territorio. Ciò, infatti, permetterebbe alle istanze per una moderna S. S. 106 di poter trovare sempre più aderenza nei paesi, nella gente, tra i giovani. Questo è ciò che occorre per liberare la nostra amata regione dai tanti gap infrastrutturali. Questo è ciò che serve per liberare la Calabria dai suoi guai storici rimasti irrisolti come quello legato appunto alla strada Statale 106 jonica calabrese.

 
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