È iniziato l’anno 2013 da neanche due settimane
e già ci sarebbe molto da scrivere sulla strada Statale 106 Ionica. L’anno
inizia davvero nel peggiore dei modi.
L’1 gennaio 2013, in un incidente ad Isola
Capo Rizzuto (in provincia di Crotone), perde la vita il giovane trentaduenne JONEL
PURUS e restano feriti due suoi connazionali rumeni. Purus muore sul
colpo mentre viaggiava a bordo di una Ford Mondeo che, per cause in corso
d'accertamento, è finita fuori strada. Uno dei due feriti è ancora oggi in
gravi condizioni ed è ricoverato con prognosi riservata nell'ospedale di
Crotone.
Il 3 gennaio 2013 perde la vita VINCENZO SALVATORE
CORVINO di 43 anni. L’incidente avviene lungo la strada Statale 106 Ionica, al
km 385,400, in prossimità della rampa di svincolo di Trebisacce Nord (in
provincia di Cosenza). L’uomo è stato ricoverato in ospedale in condizioni
critiche ed è spirato nonostante il tentativo dei medici di salvargli la vita. Ai
soccorritori intervenuti sul posto la situazione è apparsa subito gravissima,
tanto che è stato allertato l’elisoccorso.
Il 10 gennaio 2013, in un tragico incidente frontale,
perde la vita CARLO CHIRIACO di 66 anni. L’incidente si è verificato sulla strada statale 106 Variante A di Catanzaro
Lido, in direzione nord. Nell'impatto ci sono stati tre feriti che sono stati
trasportati presso l'Ospedale Civile dal soccorso sanitario. Chiriaco era
sposato, aveva due figli e viveva in rione Fortuna. Era il cugino della madre del
giocatore della Juventus, Sebastian Giovinco.
Tre gravissime perdite. Tre orribili
incidenti. Tre lutti sulla strada Statale 106 Ionica.
Tuttavia, c’è da segnalare un atteggiamento
della stampa regionale che non può passare inosservato: nel caso di quest’ultimo
incidente, fatta eccezione per Calabria Ora, nessun’altro quotidiano regionale
ha riportato la notizia dell’incidente e della morte di Chiriaco.
Quasi fosse ormai un fatto irrilevante o
comunque non importante da meritare uno spazio (anche un trafiletto), sulla
stampa l’ennesima vittima della “strada della morte” che – giusto per non
dimenticare – va ad incrementare una summa che vede centinaia di vittime solo
negli ultimi 15 anni.
Posso capire che per noi calabresi sia diventato
abitudinario e quasi normale che qualcheduno possa morire sulla strada detta,
appunto, “della morte”. Non trovo giusto, tuttavia, che questa “abitudine”
sfoci nel silenzio, nella mancata denuncia e, come se non bastasse, nella
mancata informazione.
Tempo fa, la mamma di una giovane vittima
della strada Statale 106 mi disse: “ogni mese porto i fiori sul guard rail dov’è
morta mia figlia. Lo faccio perché voglio che quei fiori siano un monito per
tutti. Questa strada c’è! Esiste! Provoca morte e dolore! Ed io voglio che ciò
sia visibile a tutti. Voglio che ciò non sia dimenticato da nessuno.”
Occorrerebbe dirlo anche ai direttori
rassegnati di certi quotidiani calabresi…
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