sabato 30 marzo 2013 0 commenti

Un pensiero alle famiglie straziate dal dolore per l’ennesimo incidente sulla SS 106






È avvenuto ieri mattina, intorno alle 9.00, l’ennesimo terribile incidente sulla S.S. 106. Un incidente con feriti gravi in località Bocale del Comune di Reggio Calabria. Si è trattato di un violento tamponamento tra due autoveicoli in marcia, una Suzuki e una Volkswagen Golf.  L’auto di fabbricazione giapponese era condotta da una donna, S.R., di 39 anni, agente di polizia penitenziaria, rimasta gravemente ferita e ricoverata negli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Ferito anche il conducente dell’altra auto, P.B., di 60 anni che ora versa anche lui in gravi condizioni.

<<In queste feste pasquali, non posso non rivolgere un pensiero, al dolore che in questo momento anima le famiglie della giovane donna e dell’uomo coinvolti nell’incidente di ieri mattina a Bocale. Non sono purtroppo i primi a pagare per una strada indecente, incivile e vergognosa e, ciò che è peggio, non saranno gli ultimi. Spero ed auspico che anche questo tragico incidente possa non passare inosservato da una classe politica regionale che, da un inetto centro-destra fino ad un silente centro-sinistra, è cieco ed incapace di percepire quanto sia enorme  e tragico il problema della strada Statale 106 Ionica. Con grande amarezza, mi duole dover riconoscere, che “Chi è Stato?”, non è stato solo lo Stato ma siamo stati soprattutto noi calabresi che attraverso la scelta di una classe politica fallimentare (tutta!), ed incapace di affrontare e risolvere problemi seri quanto evidenti, siamo coinvolti e responsabili rispetto a quanto è successo su questa strada vergognosa fino a ieri e, purtroppo, di quanto ancora dovrà accadere. Spero ed auspico che anche in Calabria possa presto nascere una classe dirigente che possa decidere di occuparsi degli interessi dei cittadini (e solo di quelli!), partendo proprio da quelli relativi alla “strada della morte”>>


lunedì 25 marzo 2013 0 commenti

"Inorridito da una classe politica incapace: quella calabrese"


Nella mattina di giovedì 21 marzo,  a Stalettì (CZ), si è verificato il terzo incidente in quattro giorni sulla Statale 106. L’incidente ha avuto luogo in prossimità del tornante vicino la casa cantoniera di Copanello comune di Stalettì. Lo scontro frontale ha fatto temere conseguenze più gravi di quelle poi verificatesi: due feriti ricoverati nella struttura ospedaliera di Soverato.
Nella mattina di sabato 23 marzo, invece, si è  verificato un altro terribile incidente sulla statale 106. Nello scontro, all’altezza del bivio di Saline Joniche sono stati coinvolti quattro mezzi: un furgone portavalori, una Lancia Y, una Fiat Uno ed un Autotreno Iveco.
Anche qui, due i feriti, per un incidente che poteva avere conseguenze ancora più gravi. Infatti, l’autista di 60 anni alla guida della Y10 e una donna alla guida della Fiat Uno sono stati trasportati presso l’ospedale “Tiberio Evoli” melitese.
<<Resto inorridito, rispetto non tanto alla drammatica costante reiterazione con la quale si verificano ormai da decenni incidenti, feriti e vittime sulla strada Statal 106 Ionica calabrese ma, soprattutto, dalla incapacità totale da parte della rappresentanza politica tutta di riuscire non solo a fronteggiare il problema (questo ad oggi resta una utopia), ma semplicemente ad aprire gli occhi su un problema che è sotto gli occhi di tutti e che tocca la politica solo in presenza di tragedie enormi, di vittime e, quindi, di “parate” in cui occorre vestirsi con la fascia tricolore per ciarlare enucleando le solite banalità ridicole e degne di una classe politica (quella che attualmente purtroppo è presente in Calabria), che andrebbe decisamente “resettata”>. 
Gli incidenti, gravissimi, avuti la scorsa settimana, potevano causare conseguenze peggiori. È una fortuna che ciò non sia avvenuto ma occorre meditare seriamente su una possibilità concreta: poteva andare molto peggio. Il mio urlo di rabbia e di sdegno è rivolto a tutti i calabresi onesti: visto che non abbiamo una classe politica idonea ad “intercettare” e, quindi, a fronteggiare i problemi della nostra terra, autodeterminiamoci, imponendo loro (ognuno lo faccia singolarmente e come può), l’assunzione delle responsabilità che competono a chi è deputato a rappresentare le istanze e le esigenze del Popolo a partire dalla SS 106: una mulattiera non degna di una società civile!>>.
lunedì 18 marzo 2013 0 commenti

Presentato a Siderno (nella locride), “Chi è STATO?” il primo libro sulla strada Statale 106 Ionica



“Un libro presentato in una striscia di territorio che ha voglia di parlare, di chiedere, per essere voce fiera e forte”. Ha usato queste parole Don Cornelio Femia, primo dei relatori a prendere la parola e fare gli onori di casa a Fabio Pugliese. Il libro dello scrittore di Calopezzati è stato letto prima e ascoltato con piacere poi, protagonisti gli ospiti e gli invitati della sala Calliope del Centro Commerciale La Gru. E proprio mentre un appello sottoscritto da sindaci, associazioni, ecc. sta per essere inviato dalla Locride ai Parlamentari con la richiesta esplicita di poter avere «Subito un governo che si occupi di noi», Fabio tuona con il suo dossier dal carattere anche romanzesco, fatto di viva attinenza ai problemi di sempre e, nello specifico, alla viabilità, alla carenza infrastrutturale relativa alla tristemente nota “strada della morte”. 

Problemi di sempre significa problemi irrisolti e il testo, “Chi è Stato”, si chiede dove esso sia tutt’ora anche se, sottolinea Pugliese, un po’ siamo stati tutti noi.  “Il mio primo libro è sulla strada della morte: la conosciamo bene ma non ne conosciamo i dati – ha detto l’autore. Tanti i fattori che mi hanno spinto alla pubblicazione, primo fra tutti quello di far tornare il tema uno dei più importanti nella discussione politica (e non solo politica), in favore e a tutela della gente”. 

È  un testo di dati, lavori, numeri e soldi spesi. Un libro che non è solo calabrese e che è cresciuto grazie alle testimonianze di chi, ancora oggi, vive di ricordo e di rimpianto. Durante la serata il poeta Giovanni Di Landro confessa la sua commozione al sesto capitolo, il professore Filippo Todaro ne indica le difficoltà di stesura in toto e Don Cornelio ha scommesso sulla capacità del testo di veicolare un buon messaggio. Ma il lavoro di Fabio Pugliese vuole combattere anche la mentalità di nascondere, accettare e giustificare. L’adattamento, in qualche modo, ha reso noi responsabili quanto lo Stato. Era curioso di conoscere lo scrittore il professore Ilario Ammendolia, che ha elogiato Pugliese perché capace, diretto e autore di un urlo di rabbia. Anche il Corsecom, nella Locride, sta cercando di parlare per il bene del territorio, di promuovere e supervisionare. Ecco perché Mario Diano si è detto sempre più stimolato, anche sull’onda dell’input di Fabio, a lavorare. La 106 e il suo controsenso hanno dato un nuovo scossone: essa che è strada d’eccellenza e al contempo del degrado. “Ma non possiamo prendercela con la strada – ha concluso Di Landro. Non avrebbe senso!”
lunedì 11 marzo 2013 0 commenti

Sabato 16 marzo "Chi è STATO?" sarà presentato a Siderno




Il 16 marzo, alle ore 18:00, presso la prestigiosa sala “Calliope” della Libreria Mondadori di Siderno (nel centro commerciale “Le Gru”), in quello che da molti viene definito il “salotto letterario della Locride” sarà presentato il libro “Chi è STATO?”, un racconto-inchiesta sulla strada Statale 106 Ionica calabrese, il primo libro scritto sulla “strada della morte”.

Alla presentazione, la prima nella provincia di Reggio Calabria, interverranno: Don Cornelio Femia (Vicario Diocesano della Diocesi di Locri-Gerace), il giovane Poeta cauloniese Giovanni Di Landro (che ha all'attivo due pubblicazioni di poesie in vernacolo ed ha prestato una sua poesia al libro “Chi è STATO?”),  il Prof. Ammendolia (Letterato, storico e scrittore),  il Prof. Filippo Todaro (Giornalista), il Dr. Mario Diano (Presidente della Consulta delle Associazioni e Coordinatore del Consorzio Albergatori "Jonica Holiday"), l’Ing. Fabio Pugliese (Autore del libro).

<<Sono molto contento di poter avere l’onore di riuscire a presentare il mio libro a Siderno, nell’alto-jonio reggino. Questa è la prima presentazione di “Chi è STATO?” nella provincia di Reggio Calabria, una provincia che in termini di vite umane, di mancato sviluppo e progresso e, soprattutto, in termini di spopolamento giovanile (e non solo), a causa di questa strada ha pagato, paga e continuerà a pagare carissimo il mancato ammodernamento della strada Statale 106 Ionica calabrese. Nella provincia di Reggio Calabria inoltre – continua l’autore – la tristemente nota “strada della morte” assume dei significati ancora più devastanti dal momento che i numeri relativi alle vittime, ai feriti ed agli incidenti sono tra i più alti della nostra regione Calabria. Spero ed auspico che alla presentazione del mio libro ci sia una forte partecipazione (soprattutto da parte delle Associazioni, dei giovani e, magari, anche degli amministratori), e che questa iniziativa aiuti anche la locride a riaccendere un dibattito ormai dimenticato e spento su una delle più importanti arterie viarie del meridione d’Italia. La locride, la provincia di Reggio Calabria e, più in generale, la Calabria  - conclude l’autore - meritano una strada civile degna di un Paese che si ritiene civile: questo, e molto altro, è “denunciato” nel libro e sono certo emergerà dalle prestigiose ed autorevoli personalità che saranno presenti ed interverranno nella presentazione del libro prevista per sabato 16 marzo>>.
venerdì 8 marzo 2013 0 commenti

8 MARZO

In questo giorno di festa che porta con sé dei lutti e istituzionalizza la rivendicazione necessaria e continua dei diritti delle donne vorrei legare idealmente delle mimose ad ogni tratto di guard rail che ricorda una donna vittima della strada Statale 106 Ionica.

Nel ricordo ancora fresco e vivo di due giovani donne, Valentina e Teresa fiore di 21 e 25 anni, morte sulla strada Statale 106 Ionica nel febbraio scorso, auspico con forza che la cultura, la politica, l'informazione di questo Paese e della nostra regione possano ritornare a trovare il tempo necessario ad affrontare, a discutere ed a risolvere questo “problema invisibile”. 

Una strada è un diritto per ogni donna.

Fabio Pugliese
sabato 2 marzo 2013 0 commenti

Un articolo che un calabrese non può non leggere!



Dopo le ultime elezioni, ormai entrati nel post-voto per il governo nazionale, vorrei sottoporvi questo splendido articolo scritto da un meridionale. Luigi Chiarello, l'autore, nel suo articolo lucido ed intellettualmente onesto, ci racconta SS 106 e delle decennali promesse che al suo ammodernamento sono legate...



Agli elettori calabresi promesse mai mantenute
 di Luigi Chiarello  

Spero, promitto e iuro reggono l'infinito futuro: chi ha studiato il latino ricorderà questo stornello grammaticale.
Partiamo con «spero»: sperare è da sempre il sentimento più forte dei meridionalisti. Speranza è la scintilla che scorgi di sfuggita negli occhi a mezz'asta dei «terroni». Degli emigranti come me, «saliti giù al Nord» per guadagnarsi la pagnotta. Speranza di tornare, di un riscatto del Mezzogiorno, di liberazione dal giogo clientelare. Sperare che le politiche di sviluppo e l'apertura dei mercati squarcino i muraglioni delle dinamiche feudali. Speranza, che un bel giorno Roma rompa gli indugi e reinvesta nella sua appendice mediterranea. Non fosse altro che per sfruttare quella chance inimitabile che la natura ci ha servito su una guantiera: fare dello Stivale un ponte insostituibile, capace di collegare i bazar dell'Africa con gli ipermercati europei. I portafogli dei turisti con le meraviglie del Meridione. I capitali d'impresa con le potenzialità del Sud.
Il secondo verbo è «promitto»: promettere è ciò che gli elettori sentono da sempre in campagna elettorale. In Calabria, questo verbo si coniuga con promesse di sviluppo, occupazione, infrastrutturazione. Che poi degenerano in promesse di favori, scorciatoie, assunzioni inutili a carico delle casse pubbliche. Promesso da decenni è l'ammodernamento della strada della morte, la statale 106, unica arteria della dorsale jonica, larga al massimo 10 metri, su cui transita tutto il traffico su gomma tra Taranto e Reggio Calabria. Promesso è il ripristino dei treni notte Nord-Sud per aree come Crotone, Catanzaro e Sibaritide, orfane di collegamenti. Promessa è la bonifica del polo chimico di Crotone chiuso da decenni, della fine dei lavori sulla Salerno-Rc, dell'ennesimo aeroporto da costruire a Sibari, mentre si chiude lo scalo di Crotone per mancanza di fondi. Infine c'è la promessa più grande: il Ponte sullo stretto. L'opera dei sogni, capace di unire la Sicilia al Continente. Scilla a Cariddi. Eterno specchietto per allodole di ogni tornata elettorale, il cui unico fine sembra essere lo spreco di soldi pubblici per pagare progettazioni, onerose penali (600 mln di euro) e società-postificio.
Infine, il terzo verbo, «iuro». La nostra Costituzione all'articolo 3 giura e spergiura che è compito della Repubblica «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
In Magna Grecia lo sanno bene. La speranza è disincanto, la promessa raggiro, il giuramento sberleffo. La dove l'aggettivo «magnus» (grande) viene con sarcasmo declinato in un più prosaico «magna magna», la presenza dello Stato è assimilata ancora oggi all'esattore delle tasse. O al gendarme che reprime i deboli a tutela dei signori.
Una riprova? In Calabria l'ultimo risultato elettorale è una cartina di tornasole: il Pdl, cioè l'establishment, vince le elezioni. L'icona Berlusconi trionfa e Scilipoti è il suo profeta. Il maestro dello scounting, additato al pubblico ludibrio, trova nella regione la sua Mecca. E annuncia che aprirà un ufficio, un punto d'ascolto degli elettori per risolvere i loro problemi. Bontà sua.
Il Pd riesce a far eleggere la territorialmente radicata Rosy Bindi. Ma anche il maestro delle primarie, Nico Stumpo e Marco Minniti, entrambi grand commis dell'apparatchik Pci-Pds-Ds-Pd, le cui azioni rappresentative, siam pronti a scommetterci, hanno avuto grandi ricadute sul territorio d'elezione.
Il Movimento Cinque Stelle, invece, è il primo partito, raccoglie i voti della protesta e elegge tra i suoi un giovane che si chiama Paolo Parentela. Speriamo non sia preludio di familismo, in bocca al lupo!
I tre partiti si spartiscono l'elettorato in parti quasi uguali. I margini di differenza sono minimi. A riprova di un corpo elettorale frastornato, diviso tra logiche clientelari e rivendicazioni ribelliste (spesso autolesioniste), incapace di rotta condivisa.
In Magna Grecia il latinorum lo conoscono bene: sanno che spero, promitto e iuro reggono l'infinito futuro. Anche se a pronunciarli è lo stato.
Quindi, con un giochino verbale, val bene ricordarlo: poiché chi vuol mangiare la noce ne deve rompere il guscio (nuce nuculeum esse volt, frangit nucem), visto che le leggi sono moltissime quando lo stato è corrottissimo (corruptissima republica plurimae leges), converrà sempre cogliere l'attimo, confidando il meno possibile nel futuro (carpe diem et quam minimum credula posero). Anche perché, si sa: mieterai a seconda di ciò che hai seminato (ut sementem feceri ita metes). Quindi, val sempre la pena di osare (memento audere semper). E sebbene non ci sia niente di più facile che parlare (nil est dictu facilius) e, si senta sempre dire che la volpe cambia il pelo, non le abitudini (vulpem pilum mutare, non mores) _ a volte da una scintilla scoppia un incendio (accidere ex una scintilla incendia passim).
 
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