È doloro dover leggere dell’ennesimo
drammatico sinistro stradale sulla statale 106. Ieri in provincia di Crotone ha
perso la vita un uomo ed è rimasto ferito un ragazzo di 24 anni nei pressi del
bivio per la frazione “Le Castella” in territorio del comune di Isola Capo
Rizzuto.
La vittima è un medico di
Crotone, Antonio Perrone, di 52 anni, in servizio nel reparto di Oculistica
dell’ospedale San Giovanni di Dio. L’uomo viaggiava a bordo di un’Opel Astra,
che si è scontrata con un’Opel Corsa, condotta da un giovane di 24 anni che è
rimasto ferito. Le due vetture dopo l’impatto sono finite entrambe fuori
strada.
Dopo la tragica morte di Perrone
salgono a cinque le vittime della strada statale 106 ionica nel 2013 e questo
dato drammatico ricalca sostanzialmente quello relativo agli anni precedenti
evidenziando un dato di fatto a dir poco scandaloso: malgrado i tanti investimenti
sulla messa in sicurezza della “strada della morte” le vittime permangono quasi
a ricordare che è necessaria e dirimente un ammodernamento sempre annunciato ma
mai, concretamente ottenuto.
Il mio pensiero è rivolto alla
famiglia, ai parenti ed agli amici di Antonio Perrone: ultima vittima della famigerata
“strada della morte”, martire in Calabria, defunto come tantissimi altri semplicemente
per aver osato rivendicare il diritto alla mobilità.
Intendo far rilevare, infine,
tutta l’incapacità della classe politica calabrese che indistintamente resta
indifferente rispetto alla grave questione irrisolta della strada Statale 106
Jonica, che non riesce in nessun modo a far diventare una questione d’importanza
nazionale quella legata ad una delle maggiori arterie viarie del meridione d’Italia,
che resta drammaticamente in silenzio rispetto alla morte di un proprio corregionale
che, intendo ricordarlo, si unisce ad una già troppo lunga lista, tanto lunga,
da far rabbrividire qualsiasi altra comunità che si dice “civile”.