domenica 23 dicembre 2012

grazie Sara





Ci sono questioni legate alla nostra esistenza che sono “dure” da affrontare.

È stato duro e difficile dover affrontare il tema della strada Statale 106 per scrivere un libro. Perché la 106 è così “vera” (nella sua bellezza ma anche nella sua struggente drammaticità), che non offre grandi spazi alla fantasia…


Per questa ragione mentre scrivevo “Chi è Stato” riflettevo sulla necessità di “rivedere” il racconto: migliorandolo e perfezionandolo aggiungendo fantasia e spunti interessanti capaci di alleggerire una lettura poco piacevole (quella relativa all’inchiesta....). Non era cosa semplice....


Scrivendo “Chi è Stato”, inoltre, mi è sembrata ancora più vera quella metafora che vede la vita (la nostra vita), come una strada. Tutti noi ne abbiamo percorsa una. Spesso per la strada abbiamo conosciuto amici ed amiche senza capirne il perché o il senso nell’immediato.

Sono quelli, invece, gli incontri “rivelatori” e “speciali” che ci permettono di capire quanto è straordinaria la vita. Quanto è bello percorrere quella strada. Quella strada che spesso dietro la curva nasconde un incontro unico.


Così è stato per me con l’Architetto Sara Maria Serafini.


Voglio ringraziarla perché ha collaborato con me nella stesura del racconto e poi, soprattutto, perché è riuscita con la sua straordinaria capacità, con la sua passione e con la sua sensibilità profonda a dare al racconto un’anima ed una forma (direi una bellezza), impareggiabile.


Oggi non è facile avere la fortuna di incontrare chi scrive dopo aver circumnavigato a fondo i sentimenti, i luoghi, le emozioni, le passioni e la verità di ciò di cui si è chiamati a scrivere.


Ho avuto questa fortuna e per questa ragione (senza troppi giri di parole), voglio ringraziare Sara a cui da oggi mi lega non solo un rapporto di bella amicizia ma anche di profonda e sincera gratitudine.


Grazie Sara



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