Ci sono questioni legate alla nostra esistenza che sono “dure”
da affrontare.
È stato duro e difficile dover affrontare il tema della strada
Statale 106 per scrivere un libro. Perché la 106 è così “vera” (nella sua
bellezza ma anche nella sua struggente drammaticità), che non offre grandi
spazi alla fantasia…
Per questa ragione mentre scrivevo “Chi è Stato” riflettevo sulla
necessità di “rivedere” il racconto: migliorandolo e perfezionandolo aggiungendo
fantasia e spunti interessanti capaci di alleggerire una lettura poco piacevole
(quella relativa all’inchiesta....). Non era cosa semplice....
Scrivendo “Chi è Stato”, inoltre, mi è sembrata ancora più
vera quella metafora che vede la vita (la nostra vita), come una strada. Tutti noi
ne abbiamo percorsa una. Spesso per la strada abbiamo conosciuto amici ed
amiche senza capirne il perché o il senso nell’immediato.
Sono quelli, invece, gli incontri “rivelatori” e “speciali”
che ci permettono di capire quanto è straordinaria la vita. Quanto è bello
percorrere quella strada. Quella strada che spesso dietro la curva nasconde un
incontro unico.
Così è stato per me con l’Architetto Sara Maria Serafini.
Voglio ringraziarla perché ha collaborato con me nella
stesura del racconto e poi, soprattutto, perché è riuscita con la sua
straordinaria capacità, con la sua passione e con la sua sensibilità profonda a
dare al racconto un’anima ed una forma (direi una bellezza), impareggiabile.
Oggi non è facile avere la fortuna di incontrare chi scrive
dopo aver circumnavigato a fondo i sentimenti, i luoghi, le emozioni, le
passioni e la verità di ciò di cui si è chiamati a scrivere.
Ho avuto questa fortuna e per questa ragione (senza troppi
giri di parole), voglio ringraziare Sara a cui da oggi mi lega non solo un
rapporto di bella amicizia ma anche di profonda e sincera gratitudine.
Grazie Sara
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