giovedì 17 ottobre 2013

Pugliese: «Il rapporto Svimez fornisce prove sull'inadeguatezza delle scelte sui Trasporti decise dai nostri politici regionali»

 (Le foto del tragico incidente avvenuto oggi a Pellaro in Provincia di Reggio Calabria)




È di pochissime ore fa la notizia che la Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno), ha presentato un documento che ritrae una Calabria sempre più depressa sotto il profilo finanziario.

Desertificazione produttiva, spopolamento, invecchiamento e povertà. Questo il quadro devastante che traccia lo Svimez sul futuro prossimo della Calabria. Secondo gli analisti dell'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel mezzogiorno, da qui al 2065 le regioni meridionali dovranno fare i conti con un peggioramento del quadro economico che avrà ripercussioni anche sulla demografia dei territori. Nel rapporto Svimez  sull'economia del Mezzogiorno presentato oggi a Roma la Calabria esce malconcia con un aspettativa sul proprio futuro veramente buio.
In dieci anni, calcolano gli esperti dell'Associazione, la ricchezza prodotta nella regione è scesa di oltre 4 punti percentuali. Quarto peggior dato dietro a Basilicata (-8,8%), Molise (-7,2%) e Puglia anche se in termini assoluti la nostra regione si conferma la più povera con 16.460,30 euro quale reddito pro capite. Un dato anche esso in peggioramento rispetto al 2011 (-0,3 punti) segno che il vento di crisi che ha spirato su tutto il Vecchio Continente ha colpito particolarmente la Calabria e gli effetti si percepiscono anche in termini occupazione.
Tra il 2009 e il 2012 la nostra regione ha lasciato sul terreno circa 29mila occupati che in termini percentuali si traduce in una flessione del 4,9 per cento. Nel resto del Paese la media è stata pari a -2,2 per cento.
Così ,con un quadro come questo, le ripercussioni si sono avute anche sui tassi migratori. In particolare tra il 2000 e il 2011, si legge nel rapporto, i calabresi in possesso di una laurea e in fuga dalla propria terra sono notevolmente cresciuti. Se tredici anni addietro oltre 17 laureati su cento hanno fatto la valigia, nel 2011 a scappare sono stati il 27,1%,: una quota al di sopra della media del sud Italia (25%). Un flusso emigratorio che finisce per impoverire ulteriormente la nostra regione che si trova così a fronteggiare il futuro senza una classe dirigente qualificata.
L'indice più chiaro dello stato di malessere che vivono le famiglie calabresi emerge dal rapporto per quanto attiene la povertà. Dai dati elaborati dagli analisti dello Svimez, infatti, quasi tredici famiglie su 100 devono vivere con meno di mille euro al mese e circa 5 hanno meno di 6mila euro all'anno. Un dato quest'ultimo molto al di sotto della media nazionale (2%), ma anche dello stesso meridione (3,8%) e dimostra lo stato di profonda difficoltà che si trovano a vivere i calabresi.

«Il documento elaborato dallo Svimez – afferma Pugliese – mette in evidenza una situazione di sofferenza del Mezzogiorno che, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti. Nel tempo si è accumulato un malessere profondo che – mai come oggi – rischia di esplodere in forme di protesta anche veementi.
L’indicatore che sorprende maggiormente è quello relativo alla disoccupazione insieme ai dati sullo spopolamento. Anche per questa ragione nei giorni scorso ho inviato una lettera alla nostra classe politica dirigente regionale avanzando delle proposte e dei suggerimenti relativi alle Linee Guida del Piano Regionale dei Trasporti poiché sono convinto che proprio dalle infrastrutture può e deve ripartire il rilancio della nostra regione. Coloro i quali hanno responsabilità pubbliche devono fare un po’ di autocritica! Questi dati, infatti, non possono ne debbono essere letti solo come la conseguenza della crisi economica globale ma devono essere inquadrate anche e soprattutto in un contesto di responsabilità politiche oggettive della nostra classe politica regionale.
Restando al tema dei Trasporti (che a me è tanto caro), credo che le Linee Guida approvate l’altro ieri dalla IV Commissione della Regione Calabria rischiano di compromettere lo sviluppo atteso con la conseguenza di rendere tardivi i segnali di ripresa che tutti, qui in Calabria, ci attendiamo. Esprimo, inoltre, una triste soddisfazione: quella di non essere più il solo ad avere questa idea atteso che nei giorni scorsi – subito dopo di me – a sostenere le stesse mie convinzioni è scesa in campo anche la CGIL regionale. Serve per la Calabria, mai come oggi, una Politica con la “P” davvero maiuscola, capace di far crescere e valorizzare le risorse della nostra Calabria rendendola competitiva con gli altri Paesi comunitari e con quelli extracomunitari. Oggi, purtroppo, non l’abbiamo e paghiamo a caro prezzo questa assenza insieme alla crisi economica. Spero ed auspico che al più presto la nostra Calabria possa avere una guida sicura, migliore e più lungimirante di quella attuale e, soprattutto, spero che al più presto la rete dei trasporti regionali venga riconsiderata dalla politica calabrese un settore fondamentale per poter determinare la crescita economica (e non solo), della nostra regione».


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