Grande successo per la presentazione
a Crotone del libro “Chi è Stato?”, un racconto-inchiesta sulla strada Statale
106 Ionica calabrese, il primo libro sulla famigerata “strada della morte”.
La presentazione, che si è tenuta
ieri presso la storica Libreria Cerrelli, ha visto una buona presenza e
partecipazione di pubblico ed, insieme, gli interventi del Dott. Pino Condello
(Presidente Associazione “Le Arnie” che ha organizzato l’iniziativa), del Dott.
Maurizio Mesoraca (Presidente Università Popolare Mediterranea di Crotone e già
Senatore per il PCI nella X legislatura), e dell’Ing. Fabio Pugliese autore del
libro. L’evento è stato introdotto e moderato dal poeta dialettale crotonese Sebastiano
Defonte ed è stato accompagnato dagli intermezzi musicali a cura del musicista
e cantautore crucolese Donato Mingrone e da Roberto Cannizzato che nel corso
della serata hanno presentato anche l’ultimo singolo inedito “Ma chi ti dice”
dedicato appunto alla S.S.106.
Alla presentazione del libro è
seguito un dibattito che ha visto anche l’intervento di Ferdinando “Nando”
Amoruso presente nel pubblico e Presidente del Comitato Pro SS106 V.I.T.A. di
Cirò Marina (tra i più attivi sulla jonica calabrese).
«Con questa presentazione il mio
libro – afferma Fabio Pugliese – tocca tutte le provincie calabresi coinvolte
dalla drammatica presenza della S.S.106 dopo aver percorso, appunto, le
provincie di Reggio, Catanzaro e Cosenza. Sono molto orgoglioso: grazie a
questa attività ho potuto raccontare ai molti amici incontrati lungo questo
percorso non solo i numeri relativi a questa strada che dal 2001 al 2013 ha
provocato oltre 350 vittime e più di 8.500 feriti ma anche le responsabilità
che questa strada ha con l’impoverimento e lo spopolamento dei territori jonici
e, soprattutto, quanto la S.S.106
incida – in termini di costi sociali – sul bilancio della collettività! Affermo
da più tempo che i problemi legati a questa “strada maledetta” sono molti ma al
primo posto – continua Pugliese – credo sia evidente un notevole gap culturale
che impedisce a molti di percepire quali siano davvero le ragioni per le quali
l’ammodernamento di questa strada esiste in Puglia ed in Basilicata e finisce
di esistere in Calabria! Spero ed
auspico davvero – conclude Pugliese – di aver dato e di poter continuare a dare
il mio piccolo e modesto contributo affinché qualcosa possa cambiare in meglio
ed affinchè le tante vite spezzate dalla “strada della morte” non vengano perse
nel tempo e dimenticate nella nebbia della disinformazione imperante ed
improduttiva in cui è precipitata la nostra amata regione».
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